lunedì 21 dicembre 2009

El Topo

Genere Western, Grottesco
Parole chiave Esoterismo, Freaks

Regia: Alejandro Jodorowsky
Cast:
Alejandro Jodorowsky, Brontis Jodorowsky
Sceneggiatura Alejandro Jodorowsky
Colonna Sonora Alejandro Jodorowsky, Nacho Mendez
Anno: 1970
Nazione: Messico
Durata: 125 minuti

Corre l'anno 1970 quando, Jodorowsky, in anticipo su tutti i tempi, realizza El topo, primo western surrealista comparso su grande schermo nonché primissimo midnight movie della storia del cinema. Ma la data di realizzazione del film non deve trarre in inganno: ancora oggi, guardare questo film, equivale a perdere ogni logica.

Un pistolero vestito di nero dalla testa ai piedi, in perfetto stile Django, si aggira per il deserto come un'anima mistica, in cerca di rinomanza: il suo obiettivo è sfidare tutti i maestri che incontrerà lungo il cammino, per poi divenire lui - e lui soltanto - il maestro assoluto. Ma ogni sfida che il killer nero supera, in realtà, lo spinge sempre più verso l'inferno. Quando, ormai esausto, si risveglia nei bassi meandri di un sottosuolo abitato da storpi, tenta di risalire a fatica verso l'alto; arrivato in superficie scatena la rivoluzione.

La talpa (el topo) è un animale che scava sottoterra e che quando arriva in superficie e vede il sole, diventa cieco. Diviso per capitoli (Profeti – Salmi – Apocalisse) che segnano l’atto dello scavare della talpa per emergere verso la superficie (i fotogrammi su cui appaiono i titoli sono quelli di mani che scavano la terra), il film è un complicato crogiuolo di citazioni, rimandi religiosi, allegorie e metafore, diviso in realtà in due tronconi: quello che vede il cammino borioso e presuntuoso del pistolero e l’ascetica rinascita dal sottosuolo, la sua resurrezione alchemica.
Punto di partenza, assolutamente, è però quello della diversità (di pensiero e rappresentazione, così come di uomini veri e propri). Cinema dei diversi, che ha origine nella deformità umana di Freaks (1932) di Tod Browning, e che prosegue nella passione del regista per il circo: evidente nel terzo Grande Maestro, in uno scenario fatto di chiromanti, leoni ed una carrozza da circo, e negli spettacoli con la nana (da giovane il regista aveva lavorato come clown proprio in un circo). Sacro, devoto ma dissacrante nella scelta di mescolare tutte le influenze religiose.

Un' opera viscerale, che non ha mezzi termini. Un cinema, quello di Jodorowsky, tipicamente e genuinamente sovversivo. Furia cieca e amore

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