domenica 20 dicembre 2009

Eraserhead - La mente che cancella -




Regia di David Lynch
con Jack Nance, Charlotte Stewart, Allen Joseph, Jeanne Bates, Judith Anna Roberts, Laura Near
Durata: 90'
Paese: USA Anno: 1977

Il primo Lynch non si scorda mai.
Quando l'occhio sgranato di Jack Nance emerse dal fondo dello schermo, la testa fluttuante nell'àere in un memorabile preambolo spaziale, alcune impressioni, durante l'intera proiezione in anteprima mondiale al Filmex di Los Angeles il 19 marzo 1977, furono perentorie: nessuna possibilità di far cassetta.
E come sarebbe stato possibile con un film del genere? Rifiutato sia a Cannes che al New York Film Festival, a salvarlo dall'estinzione ci pensarono i cosiddetti midnight movie, i quali assicurarono al primo lungometraggio di David Lynch un'approvazione del tutto inconsueta, che gli concesse di diventare un vero e proprio film di culto.
Fu chiaro fin da allora che la pellicola avrebbe prodotto in chiunque l'avesse vista effetti inusuali, fossero stati buoni o cattivi: "Eraserhead" resta un lavoro a tratti indecifrabile, sprovvisto di punti di riferimento, un film da "provare" piuttosto che da "capire" nel senso classico e formale del termine. Sembra sottrarsi a qualsiasi catalogazione e a ogni tentativo di imprigionarlo in uno spazio, fosse anche approssimativo.
Nessuno mai avrebbe immaginato che, proprio il regista di quest'opera onirica e ultramoderna sarebbe stato in grado, poco più di 10 anni dopo, di conquistare le platee mondiali con un serial televisivo.

Il regista del Montana si assicurò il consenso dell'American Film Institute per poter girare il film in 35 mm e in bianco e nero. Scelta, quest'ultima, oltre che necessaria visti i pochi fondi a disposizione, anche azzeccata considerato che i toni della pellicola erano tesi a esaltare gli spunti "balzani" e a contribuire a una lettura "a intermittenza" piuttosto che a una trama lineare vera e propria.
E poi il lungometraggio è un'opera che non può essere relazionata a un intreccio vissuto da sagome pulite e ben delimitate; il bianco e nero è perfetto per sfumarne i contorni. In effetti la messa in scena lynchana è pervasa da un impianto onirico/fantastico che genera una serie di visioni e di turbamenti senza soluzione di continuità, in cui è difficilissimo dividere il sogno dalla realtà, il letargo della coscienza dalla lucidità.

Le riprese iniziarono nel maggio del 1972. Le sei settimane di lavorazione previste divennero quattro anni; un'odissea realizzativa che costò un impegno psicofisico e finanziario fuori dal normale per le possibilità di Lynch.
Forse gli vennero in soccorso le tecniche di meditazione trascendentale che nel frattempo imparò e che lo aiutarono a non imporre le proprie idee nei tempi desiderati. Nella prospettiva di dover interrompere del tutto le riprese del film, il regista arrivò a pensare di fabbricare un fantoccio con i lineamenti di Henry, il protagonista, e a terminare la pellicola con scene concepite con la tecnica dello stop motion.
Jack Nance, presenza ricorrente nei successivi film di Lynch, interpreta Henry Spencer; insoliti capelli sparati verso l'alto a richiamare l'epoca del punk, sguardo allucinato e affettato, movimenti goffi e impacciati, pantaloni troppo corti. A suo modo romantico perché ingenuo, sembra una macchietta uscita pari pari dalle comiche del muto. Se non fosse che Henry si trova in un mondo un po' kafkiano, angoscioso, inquietante e assurdo.

Tutti gli interpreti scelti dal regista sono sconosciuti. L'importante, per Lynch, è immergerli in un universo in putrefazione e segnarli da alterazioni fisiche o mentali. La famiglia X (così "identificata" dai titoli di coda del film), da cui deriva Mary, la moglie di Henry, ne è un bizzarro modello: il padre ha un braccio diventato inerte e insensibile tanto da non reagire alle percosse, Mary soffre di epilessia dalla quale rifiorisce grazie alla madre che le pettina i capelli, la nonna è in stato catatonico.
Come se non bastasse, il pollo che viene servito per cena è sintetico e muove freddamente le zampe effondendo un fluido nauseante. La decadenza dell'ambiente e quella dell'uomo, dunque, sembrano segnare marcatamente i contenuti di "Eraserhead". Per questo il film riveste un'importanza basilare: perché avanguardista nel suo anticipare alcune gravi problematiche che l'uomo, 30 anni dopo, ancora non è riuscito a risolvere.

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