lunedì 21 dicembre 2009

Underground



Titolo originale: Bila jednom jedna zemlja

Genere Commedia, Grottesco
Parole chiave Scenario di guerra, Amicizia, Criminalità

Regia: Emir Kusturica
Cast:
Miki Manojlovic, Lazar Ristovski, Mirjana Jokovic, Slavko Stimac, Ernst Stötzner
Sceneggiatura Dusan Kovacevic, Emir Kusturica
Colonna Sonora Goran Bregovic
Anno: 1995
Nazione: Yugoslavia, Germania, Francia
Durata: 170 minuti

Emir Kusturica dichiara : «in una democrazia, le persone votano per il migliore. Io volevo costruire una città dove poter scegliere i cittadini». Con Underground, il regista serbo ci riesce. Ricostruisce la Jugoslavia dove è nato e cresciuto, ma ci parla di un periodo che, per fortuna, non lo ha nemmeno sfiorato. Forse è per questo che riesce a deformarne i tratti senza ledere la credibilità delle sue riflessioni. Il film inizia al tramontare della seconda guerra mondiale: i paesi vincitori ne escono arricchiti e celebrati per aver distribuito salvezza mentre gli altri restano con i loro problemi interni, schiacciati sottoterra, nell’underground appunto.

Kusturica ci racconta di Marko e Petar, protagonisti goderecci di una storia tutt’altro che lineare. Belgrado viene bombardata dai tedeschi e i due sembrano colti di sorpresa, ognuno in casa propria: uno si autoinduce all’eiaculazione appena troncata “sul più bello”, l’altro finisce semplicemente di fare colazione; di lì a breve saranno lanciati in un vortice di relazioni basate sul tradimento e sul compromesso, sempre sull’orlo del collasso. Quella di Marko e Petar è un amicizia insincera, entrambi soffrono di superbia e non vogliono essere secondi a nessuno, perciò è facile dedurre quanto sleale sia il loro rapporto; è sincero invece il loro conteso amore per l’attrice Natalija, interpretata da una meravigliosa Mirjana Jokovic.

Grottesco e visionario film di culto, Underground è un'opera che offre innumerevoli spunti di riflessione: impossibile elencarli tutti. Kusturica ci regala uno spaccato della seconda guerra mondiale (seppur con le sue distorsioni) percorrendo una via del tutto insolita: lo spettatore viene trascinato nel campo di battaglia senza essere spinto mai verso i buoni o i cattivi ma resta sospeso, laddove sono tutti umili servi della guerra e dell’amor proprio. Tutto è filtrato da una visione caricaturale, sarcastica e violenta, quanto basta per confondere gli animi di chi sta ad ascoltare

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